I cattolici al tempo del coronavirus / 10
Cari amici di Duc in altum, nuova puntata della serie I cattolici al tempo del coronavirus. Ringrazio tutti per le testimonianze. Scrivetemi utilizzando la mia pagina Facebook.
A.M.V.
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Qui Verona
Caro Valli, sono un prete di Verona. E sono profondamente amareggiato. È uscito l’ennesimo comunicato della Conferenza episcopale del Triveneto in cui si ribadisce il divieto assoluto di ogni celebrazione a causa dell’emergenza coronavirus. Il nostro vicario generale ci ha anche ricordato che vi è il rischio di procedimento penale contro chi fosse sorpreso in flagranza di reato da qualche zelante cittadino che potrebbe avvisare l’autorità. Non so che cosa pensare di questo continuo invito a codardia e pusillanimità. Nel comunicato dei vescovi non vi è nessun riferimento a Dio, in nessun modo. E pensare che stavano agli esercizi spirituali! Chiesa in uscita, sì, di senno! Deus adiuvet nos!
Lettera firmata
Verona
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Qui Milano
Caro Valli, non comprendo una cosa: se le chiese vanno chiuse e le Messe sospese perché occorre evitare gli affollamenti, per quale motivo i centri commerciali sono aperti? E, dato che nessuna risposta può venire, suggerisco di andare a dir Messa al locale centro commerciale.
Se qualcuno lo fa, avvertitemi. Io non sono un frequentatore della Messa quotidiana, ma questa volta ci vado, anche solo per dispetto.
Grazie per il suo lavoro.
Lettera firmata
Milano
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Qui Arluno (Milano)
Io e mia figlia domenica scorsa abbiamo passato il confine regionale e siamo andate alla Messa a Trecate. Mezz’oretta di viaggio.
Abbiamo anche avuto il piacere di vedere un prete con la talare (wow!) che conduceva bei canti con una bella voce.
Se qualcuno conosce Messe clandestine in zona, prego di contattarmi in privato.
Annamaria Zapparoli
Arluno (Milano)
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Qui Trieste
Chissà perché, ma io ci vedo lo zampino del diavolo: chiese chiuse, acqua santa zero, comunione sulla mano obbligatoria. Ma con le mani si tocca tutto e sono sporche, come si fa a ricevere il Santo dei Santi sulla mano? Noi miseri e indegni peccatori, che per Sua grazia la riceviamo sulla bocca, dobbiamo pregare perché tutto si risolva.
Isabella Schiraldi
Trieste
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Qui Piacenza
Caro Aldo Maria, leggendo le cronache dei temerari “transfrontalieri” della Santa Messa nel Canton Ticino, mi è venuta voglia di proporre anche la mia piccola testimonianza. In questo tempo di social media, mezzi che io spesso critico in quanto diseducativi, WhatsApp è venuto in aiuto a me e a mia moglie per donarci una Santa Messa clandestina. Arriva un messaggio: “Oggi, domenica, la Santa Messa si celebra a…”. È il Don che avvisa i fedeli. Eccoci dunque nella campagna emiliana, in vero stile Don Camillo, in una chiesetta isolata. La luce è poca, ma i credenti sono numerosi, ed è presente anche la piccola Chiara, di soli quindici giorni, che prende la benedizione assieme a mamma e papà giovanissimi. Beh, questa sì che è resilienza! Tutto grazie al nostro Don Camillo!
Un caro saluto tramite Duc in altum a tutti i cattolici che non possono fare a meno di incontrare Gesù Eucarestia.
Lettera firmata
Piacenza
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Qui Padova
Sono rimasto letteralmente basito quando ho letto il comunicato dei vescovi del Veneto sull’emergenza coronavirus e relativi provvedimenti.
Si afferma che togliere la Messa ai fedeli sarebbe un gesto di “carità pastorale” (sic!).
Non ho parole. Grazie a Dio, domenica scorsa abbiamo potuto partecipare a una Messa clandestina alle 7:30 di mattina (e i miei meravigliosi figli non hanno assolutamente protestato).
Confido nel Signore perché ci permetta di continuare a farlo.
Amedeo Petrella
Padova