Appello ai vescovi: “Non abbandonate i pastori che finiscono nella gogna mediatica”
Cari amici di Duc in altum, ricevo dall’Investigatore Biblico (come si fa chiamare un sacerdote costretto all’anonimato) questo “accorato appello a sacerdoti e vescovi di ogni luogo: risvegliamo in noi la parresia! Non abbandonate il gregge! Sono le presentatrici televisive a decidere le linee guida della Chiesa?”. Il riferimento è in particolare alla trasmissione Pomeriggio 5, nella quale di recente tre preti sono finiti nella gogna mediatica in quanto “colpevoli” di aver ribadito ciò che dice la dottrina cattolica su aborto, omosessualità e divorzio. E i vescovi? Zitti.
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Mentre leggevo le ultime notizie in merito a dei confratelli sacerdoti che sono stati ripresi, rimproverati e accusati da parte di alcuni organi di stampa e televisione, per aver osato predicare il Vangelo e la Verità di Gesù Cristo, mi sento in dovere di scrivere due righe a sostegno di questi confratelli.
Mi riferisco in particolare a don Andrea Leonesi di Macerata, don Mario Martinengo di Cremona, don Bruno Borrelli di Erba, e a tutti coloro che sono stati e saranno: estendo così un appello a tutti i sacerdoti del mondo.
In questo momento delicato la Chiesa viene attaccata. I sacerdoti che vivono e predicano il Vangelo sono perseguitati, umiliati, derisi da una dittatura buonista, sempre più perniciosa e virale.
Cari confratelli, ricordate la promessa che abbiamo fatto davanti all’altare di Dio: essere portatori della Sua Parola sempre e comunque? Ebbene, oggi come non mai questa missione ci viene chiesta da Gesù Cristo a cui abbiamo promesso fedeltà. Mi vengono in mente le parole di san Paolo: “Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita” (2 Cor 4,8-12).
Coloro che ci perseguitano usano la strategia della paura. Vengono con telecamere, mettono alla gogna, cercano di intimorire. E molti cadono in questa trappola.
Sacerdoti, vescovi e cardinali restano in silenzio per il quieto vivere e per non essere rimproverati dall’alto o perdere il posto. Ma la paura non ci appartiene. Noi apparteniamo a Cristo Crocifisso, che è scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani, ma Salvezza per tutti (1 Cor 1).
Dobbiamo risvegliare in noi la parresia paolina: quella franchezza, quella sincerità, quella Verità che ci ha portato a scegliere Gesù e portarlo al mondo.
Sono molti i sacerdoti che vivono questo dramma. Penso a monsignor D’Ercole, monsignor Viganò, il cardinale Zen e tanti altri. Insieme a tanti laici che non smettono di battersi per l’Unica Verità che hanno incontrato nella vita: penso ai giornalisti come Marco Tosatti, Antonio Socci, Aldo Maria Valli, Riccardo Cascioli.
Questa è la vera Chiesa. Questa è la vera comunità. Che lotta contro tutti coloro i quali si ergono a maestri e vogliono imbavagliare la Parola di Dio, solo per compiacere al mondo.
Ma Cristo è risorto. Lui ha già vinto. Queste tenebre fitte che oggi avvolgono la Chiesa non dureranno a lungo. Perché Cristo ha fatto una promessa a tutti coloro che credono in Lui: le porte degli inferi non prevarranno.
Non perdiamo il coraggio! Non perdiamo la parresia! I nemici della Chiesa stanno nella Chiesa stessa.
Dio ci chiama al martirio. Un martirio di chi è innamorato della Chiesa e la vede ferita e confusa. Ma con il sangue dei martiri Gesù La feconda e La risuscita nuovamente.
Usciamo dalla paura. Prendiamo in mano il Crocifisso e gridiamo al mondo che solo Gesù è la Via, la Verità e la Vita.
Ve lo dice un confratello che ha perso tutto per il Vangelo. Vale la pena morire per Cristo! È la gioia più grande che il mondo non capirà mai.
Chi è una Barbara d’Urso? Chi è un Alfonso Signorini davanti alla Vita Eterna che ci attende?
E a voi vescovi di tutto il mondo faccio un appello: non abbandonate i vostri figli sacerdoti davanti ai lupi! Voi dovete essere pastori e non mercenari.
Arriverà infatti il giorno in cui saremo tutti giudicati. Gesù sarà il giudice, non il mondo.
Restino sempre in noi marchiate a fuoco le Parole di Cristo: “Non abbiate paura! Io ho vinto il mondo”! (Giovanni 16).
Investigatore Biblico
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Cari amici di Duc in altum vi ricordo il mio saggio
Virus e Leviatano (Liberilibri, 108 pagine, 11 euro).
Una riflessione sull’uso politico e sociale della pandemia. Ovvero, ecco a voi il dispotismo statalista, condiviso e terapeutico che minaccia democrazia e libertà.
Arrivato alla terza ristampa, lo si può acquistare qui, qui e qui oltre che su tutte le altre piattaforme per la vendita di libri e, ovviamente, nelle librerie.
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E non perdete
Nell’ora della prova (Chorabooks) di Carlo Maria Viganò, a cura di Aldo Maria Valli.
Per conoscere meglio monsignor Viganò, capire le sue ragioni, valutare la portata dei suoi interventi. Un libro che gli storici della Chiesa dovranno prendere seriamente in considerazione quando studieranno il pontificato di Bergoglio e ricostruiranno i drammatici passaggi che stanno caratterizzando questi nostri anni.
Nell’ora della prova può essere ordinato qui in formato cartaceo e qui in formato Kindle